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Addio alla quinta estate più calda dal 1800

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È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr dai quali si evidenzia che si è trattato di una estate pazza, in cui sono cadute il 56% di precipitazioni in più rispetto alla media
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È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr dai quali si evidenzia che si è trattato di una estate pazza, in cui sono cadute il 56% di precipitazioni in più rispetto alla media

Arriva l’autunno dopo un’estate che si è classificata in Italia, dal punto di vista climatologico, al quinto posto tra le più calde dal 1800 con temperature di ben 1,74 gradi superiori alla media storica. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti, riportate dall’agenzia di stampa Askanews, sulla base dei dati Isac Cnr dai quali si evidenzia che si è trattato di una estate pazza, in cui sono cadute il 56% di precipitazioni in più rispetto alla media.

Finisce così una stagione segnata da nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate che - precisa la Coldiretti - si sono alternati al sereno colpendo la Penisola a macchia di leopardo con un impatto sulla stagione turistica e sull’agricoltura.

Nelle campagne - continua la Coldiretti - si contano oltre mezzo miliardo di danni in agricoltura dall’inizio dell’anno per le anomalie climatiche che hanno decimato i raccolti, distrutto coltivazioni, abbattuto alberi e allagato aziende, ma anche provocato frane, smottamenti e alluvioni.

Sono gli effetti - sostiene la Coldiretti - dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Anche per la calda estate il 2018 si è classificato fino ad ora in Italia come l’anno più bollente dal 1800, in cui sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,49 gradi rispetto alla media storica sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi otto mesi dell’anno.

Tra i principali produttori di emissioni climalteranti ci sono i vecchi edifici energivori. La rotta va necessariamente invertita: è tempo di puntare su immobili attenti all’ambiente.