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Cedolare secca: opzione in crescita, ecco i dati

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Sempre più proprietari scelgono la cedolare secca per affittare casa: meno tasse, più guadagni e zero stress burocratico. Scopriamo i numeri del fenomeno

Se affitti casa, il tuo obiettivo non può che essere quello di ottenere il massimo guadagno con il minimo carico fiscale. Un traguardo possibile grazie alla cedolare secca. Questa modalità di tassazione sta conquistando sempre più proprietari grazie alla sua semplicità ed efficacia: un’unica imposta che sostituisce Irpef, addizionali, imposta di registro e di bollo. In altre parole, meno burocrazia e più vantaggi economici. I numeri parlano chiaro, ed è proprio da questi che partiamo per capire perché sempre più persone scelgono questa strada.

Un trend in costante crescita

Nel 2023, i redditi da locazione soggetti a cedolare secca hanno superato i 21,6 miliardi di euro, con un incremento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Anche il gettito fiscale è salito, superando i 3,7 miliardi di euro. Il motivo? Le due aliquote disponibili – 21% e 10% – che si adattano a differenti tipologie contrattuali, rendendo il regime flessibile ed estremamente vantaggioso.

Il 21% resta la formula più scelta

È l’opzione preferita per i contratti a canone libero, inclusi gli affitti brevi su un solo immobile. Nel 2023, ben 1.976.000 locatori hanno optato per questa aliquota, generando 13,7 miliardi di imponibile. Il guadagno medio lordo? 6.940 euro a contribuente.

Il 10% premia chi affitta a canone concordato

Se affitti in aree con carenza abitativa, a studenti o con contratti transitori, puoi accedere all’aliquota ridotta del 10%. Una scelta fatta da oltre 1,1 milioni di locatori, che hanno dichiarato un reddito complessivo di 7,4 miliardi, con una media annua di 5.720 euro a testa.

Affitti brevi, rendimenti elevati

Per i contratti sotto i 30 giorni, scelti da 30.000 proprietari, il reddito medio lordo supera i 14.000 euro l’anno. Attenzione però: dal secondo immobile in poi, si applica l’aliquota al 26%, mentre sul primo resta quella al 21%. Il regime resta valido fino a quattro immobili, oltre i quali si configura un’attività d’impresa.

Una media che premia

Nel 2023, la cedolare secca ha prodotto 3,7 miliardi di euro di entrate fiscali, con un’imposta media per locatore pari a 1.280 euro. Un risultato che conferma come questo strumento, oltre a semplificare la gestione fiscale, rappresenti anche un vantaggio concreto per migliaia di contribuenti.