Preventivo Casa in Legno
  1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Emergenza clima: come sta reagendo l’Italia? Il confronto

Emergenza clima: come sta reagendo l’Italia? Il confronto

di
lignius, case in legno, case prefabbricate in legno, emergenza clima, ambiente, cambiamenti climatici
5,0/5
votato da 1 persone

Vediamo insieme come l’Italia e gli altri Paesi stanno affrontando l’emergenza clima secondo il CCPI 2026, tra politiche innovative e sfide ancora aperte

Mentre il mondo accelera per rispettare gli impegni di Parigi, l’Italia sembra arrancare nella lotta contro l’emergenza clima. Gli ultimi dati del Climate Change Performance Index 2026, presentati alla COP30 di Belém, mostrano un quadro preoccupante per il nostro Paese, che rischia di restare indietro rispetto ai leader globali.

Secondo lo studio che valuta le politiche climatiche di 63 Paesi, l’Italia scende al 46° posto, arretrando di tre posizioni rispetto allo scorso anno e di ben 17 rispetto al 2022. Un trend negativo che evidenzia una politica climatica giudicata insufficiente: nella classifica dedicata alle strategie nazionali, il nostro Paese occupa il 58° posto.

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede una riduzione delle emissioni del 44,3% entro il 2030, che sale al 49,5% considerando gli assorbimenti da foreste e agricoltura. Un risultato inferiore al 51% stimato dal PNRR e lontano dall’obiettivo europeo del 55%. L’attuazione del piano procede lentamente, come conferma il Rapporto Ispra 2025 sullo Stato dell’Ambiente.
Il CCPI valuta i Paesi su tre parametri: trend delle emissioni (40%), sviluppo delle rinnovabili ed efficienza energetica (20%) e politica climatica (20%). Nessuno dei 63 Paesi ha raggiunto punteggi sufficienti per rimanere entro il limite di riscaldamento globale di 1,5°C, segnalando come la sfida resti ancora aperta.

Emergenza clima: i Paesi più virtuosi e quelli in fondo alla graduatoria

In testa alla classifica globale ci sono Danimarca, Regno Unito e Marocco. La Danimarca si distingue per le riduzioni delle emissioni e le rinnovabili offshore; il Regno Unito avanza grazie al phase-out del carbone e a politiche più ambiziose; il Marocco ottiene buoni risultati grazie a basse emissioni pro-capite e investimenti nel trasporto pubblico. Tra i fanalini di coda, oltre alla Russia, si confermano Stati Uniti, Iran e Arabia Saudita, sottolineando le difficoltà dei Paesi più dipendenti dai combustibili fossili.