Orientarsi oggi tra tassi, durate e formule di finanziamento non è semplice per chi sta valutando se e quando accendere un mutuo. Osservare le scelte degli altri può offrire indicazioni preziose. I numeri più aggiornati raccontano un mercato in evoluzione, fatto di conferme ma anche di segnali nuovi, che potrebbero incidere sulle decisioni di chi guarda alla casa nei prossimi mesi.
Un’analisi condotta da Kìron, società di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa, prende in esame i mutui casa concessi in Italia nella prima parte del 2025, mettendoli a confronto con quelli dello stesso periodo del 2024. L’indagine restituisce una fotografia puntuale delle richieste e delle principali dinamiche che stanno ridisegnando il comparto.
La finalità prevalente resta l’acquisto dell’abitazione principale, che concentra il 91,1% delle domande, pur segnando una lieve flessione rispetto al 93,1% registrato nel primo semestre dello scorso anno. In calo anche la quota legata alla seconda casa, che si ferma all’1,9%. A crescere, invece, sono le operazioni di sostituzione e surroga, che arrivano al 5,4%, in netto aumento rispetto al 3,1% del 2024. Marginali, ma stabili, le richieste per costruzione o ristrutturazione (0,7%) e quelle per consolidamento e liquidità (0,8%).
Durata e tassi: cosa scelgono i mutuatari
La durata media dei finanziamenti mostra un lieve allungamento: dai 26,6 anni del 2024 si passa a 26,8 anni nel 2025. Oltre otto mutui su dieci si collocano nella fascia compresa tra 21 e 30 anni, mentre il restante si distribuisce soprattutto tra i 10 e i 20 anni. L’importo medio erogato continua a salire, attestandosi a 127.234 euro.
Sul fronte dei tassi, emerge con chiarezza una forte preferenza per la stabilità. Il tasso fisso domina le scelte, adottato da 94 richiedenti su 100, mentre le soluzioni variabili risultano ormai residuali. In crescita, seppur su numeri contenuti, l’interesse per il tasso misto, che conquista il 5% dei mutuatari.
Il quadro che ne deriva racconta un approccio prudente, orientato alla sicurezza nel lungo periodo, ma con un’attenzione crescente verso formule più elastiche, capaci di adattarsi a un contesto in continuo cambiamento.
