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Scuola: in che condizioni sono gli edifici italiani?

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La scuola italiana mostra ancora fragilità tra edifici vetusti, servizi disomogenei e manutenzione insufficiente: ecco cosa serve davvero per cambiare rotta

Mentre milioni di studenti tornano tra i banchi, la scuola italiana mostra ancora fragilità evidenti. Edifici datati, manutenzione carente e servizi disomogenei sul territorio raccontano una realtà che richiede investimenti concreti per garantire spazi sicuri, inclusivi e sostenibili. I dati più recenti offrono uno spaccato chiaro: c’è ancora molto da fare.

Secondo il XXV report nazionale “Ecosistema Scuola (https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/ECOSISTEMA-SCUOLA-XXV-RAPPORTO.pdf)” di Legambiente, basato sui dati 2024 di 97 capoluoghi e 7.063 edifici tra infanzia, primarie e secondarie di primo grado, solo il 47% delle scuole possiede il certificato di agibilità e il 45% ha il collaudo statico. In zone sismiche meno del 15% degli edifici rispetta le norme antisismiche, mentre oltre metà non ha mai effettuato verifiche di vulnerabilità. Particolarmente critico il fronte dei solai: in cinque anni, le indagini diagnostiche hanno coinvolto solo il 31,2% delle strutture e gli interventi di messa in sicurezza appena il 10,9%, con differenze significative tra Nord, Centro, Sud e Isole.

La manutenzione straordinaria è in calo: nel 2024 la media nazionale è di 39.648 euro per edificio, scesa rispetto ai 43.563 euro degli ultimi cinque anni, con spese effettive di 29.061 euro. Nord e Centro riescono a trasformare meglio i fondi in interventi concreti, mentre Sud e Isole arrancano. Anche la manutenzione ordinaria resta insufficiente, con una media di 8.338 euro per edificio, ben al di sotto delle necessità reali.

Sul fronte della sostenibilità, solo il 16% degli edifici ha beneficiato di interventi di efficientamento energetico e appena il 6,5% è in classe A. Gli impianti da fonti rinnovabili arrivano al 21%, con punte minime nelle Isole (10,8%). Il tempo pieno è attivo nel 38% delle classi, ma solo nel 16,8% nelle Isole; il servizio mensa copre il 73,7% delle scuole, scendendo al 38,8% nel Mezzogiorno. Strutture sportive presenti nella metà delle scuole risultano poco accessibili nel Sud.

“Per garantire edifici sicuri, sostenibili e adeguati ai bisogni educativi – sottolinea Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente – la scuola pubblica italiana ha bisogno di investimenti regolari e consistenti (…) e di replicare le buone pratiche già attive nel Paese”.


Negli ultimi 25 anni i progressi sono stati discontinui: gli edifici che necessitano interventi urgenti erano scesi al 30–35%, ma dal 2018 risalgono vicino al 40%. Lo scuolabus è passato dal 38% dei primi anni 2000 a poco più del 20% nel 2024. Crescono lentamente le rinnovabili (dal 0% al 20%), mentre il “rischio amianto”, sceso al minimo del 4% nel 2018–2020, è oggi risalito al 10%, frutto di nuove rilevazioni e controlli più accurati.

Da Legambiente 8 proposte per la scuola

Per invertire questa tendenza, Legambiente suggerisce al Governo otto interventi chiave: potenziare l’Anagrafe dell’edilizia scolastica; varare un piano nazionale di riqualificazione; definire nuovi livelli essenziali di prestazione; valorizzare le scuole come presìdi civici; completare indagini e messa in sicurezza dei solai; avviare un programma di riqualificazione energetica; affrontare il dimensionamento scolastico; sostenere piani di mobilità scolastica partecipata.