Dopo una fase di stallo, il mercato dei terreni torna a mostrare vitalità. Secondo le nuove statistiche dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare, nel secondo trimestre 2025 le compravendite registrano un incremento del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato che conferma il rinnovato interesse verso un comparto strategico per l’economia nazionale e che spinge investitori e operatori a guardare con attenzione alle nuove opportunità.
Oltre 37 mila ettari scambiati: Sud e Isole protagonisti
Nel trimestre sono stati trasferiti più di 37.300 ettari di terreni, con circa 10.000 ettari concentrati nel Mezzogiorno. La spinta arriva soprattutto da Isole (+20%) e Sud (+6,3%), mentre il Nord Est resta stabile. In controtendenza il Centro (-11%) e il Nord Ovest (-1,8%), che nel trimestre precedente era stato l’unico a chiudere con segno positivo.
Agricolo in crescita, traino per il mercato
I terreni agricoli rappresentano circa il 94% del totale e segnano un incremento del 3,7% a livello nazionale. Le Isole guidano la ripresa con un +19,6% (oltre 1.200 ettari aggiuntivi), seguite dal Sud con +6% (+528 ettari). Segno meno invece al Centro (-11%, -646 ettari) e nel Nord Ovest (-0,5%), mentre il Nord Est chiude con un modesto +1,8%.
Terreni edificabili: calo contenuto ma persistente
Diverso l’andamento per i terreni edificabili, che rappresentano il 4,3% del mercato e registrano un’ulteriore flessione dello 0,8%. Le contrazioni più marcate si concentrano nel Nord Ovest (-22,3%) e nel Nord Est (-21,8%), seguite dal Centro (-5,1%). In controtendenza, Sud e Isole crescono rispettivamente del 13,9% e del 76,5%. Complessivamente, il Mezzogiorno pesa oggi per oltre un quarto del mercato nazionale, mentre le due macroaree settentrionali sfiorano il 40%.
Chi compra: prevalgono le persone fisiche per l’agricolo
Sul fronte della domanda, le persone fisiche rappresentano circa il 70% degli acquirenti di terreni agricoli, con picchi del 74% al Sud. Nei terreni edificabili la situazione si inverte: circa il 70% delle compravendite è realizzato da soggetti non fisici, percentuale che sale al 78% nel Nord Ovest. Questi ultimi acquistano anche superfici mediamente più ampie – 0,51 ettari per atto, contro 0,14 delle persone fisiche – segnale di un approccio più orientato all’investimento e allo sviluppo immobiliare.