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Immobiliare: qual è l’umore degli operatori del settore?

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Indagine basata su interviste rivolte a 200 operatori dei settori del trading, development, property management, facility management, progettazione, valutazione, consulenza e finanza immobiliare
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Indagine basata su interviste rivolte a 200 operatori dei settori del trading, development, property management, facility management, progettazione, valutazione, consulenza e finanza immobiliare

Il parere di chi opera nel settore immobiliare è fondamentale per capire quali direzioni potrà prendere il mercato. Un nuovo Osservatorio ci dice qual è l’umore del comparto. Si tratta dell’indagine “Sentiment del mercato immobiliare”, nata da un’idea di Valter Mainetti, amministratore delegato di Sorgente Group, e condotta da Claudio Cacciamani, docente dell’Università di Parma.

L’indagine, elaborata su base quadrimestrale dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma in collaborazione con Sorgente Group e Federimmobiliare, si basa su interviste rivolte a circa duecento operatori del mercato, appartenenti ai settori del trading, development, property management, facility management, progettazione, valutazione, consulenza e finanza immobiliare.

Continua il periodo d’oro del settore hospitality, in particolare gli alberghi sono considerati un’interessante asset class sulla quale investire. Per residenziale e commerciale resta sempre forte il Nord Ovest, mentre il Centro Italia diventa più attraente e la Capitale torna in evidenza. Per l’anno in corso, quindi, gli operatori confermano un sentiment positivo del mercato in generale e di leggera crescita.

Risultano rinsaldate le attese di quanti per l’anno scorso avevano previsto un assestamento. Per quanto riguarda l’indice Fiups, che sintetizza il Sentiment, il 2018 si è rivelato un anno di tendenziale crescita, visto che si è passati da 19.51 (primo quadrimestre) a 18.59 (secondo) e infine a 19.11 (terzo). Rimane comunque positiva l’aspettativa per il futuro del settore immobiliare secondo il 24 per cento circa degli intervistati, a fronte del 70 per cento che prevede piuttosto la stabilità. Si è sostanzialmente ridotta la quota di coloro che ritengono che avverrà un peggioramento (5 per cento contro 14 per cento di otto mesi fa) e annullata la percentuale dei pessimisti.

Un altro segnale positivo nelle aspettative degli operatori immobiliari proviene dalla strategia di business che intendono adottare nella propria attività professionale: cresce la percentuale di quanti prevedono di effettuare nuovi investimenti (46% circa), aumenta la volontà di sviluppare nuove linee di business (34,7%), nessuno vuole ridurre il personale. Il 39 per cento del campione è convinto che i prezzi rimarranno stabili, con un lieve aumento soprattutto per il comparto alberghiero. Potrebbero invece registrare un affanno il settore commerciale e industriale.

Gli alberghi potrebbero anche beneficiare di una riduzione nei tempi di acquisto, segnale che il comparto rimarrà vivace. Lo dimostra la risposta degli operatori alla domanda sulla destinazione d’investimento più interessante, che vede privilegiato l’ambito dell’hospitality, anche in relazione ai possibili eventi sportivi invernali dei prossimi anni e alla crescente attrazione turistica del nostro Paese.

Per quanto riguarda gli investimenti, rimane forte il presidio delle regioni del Nord Ovest soprattutto per il residenziale e per gli uffici. Tuttavia, la novità è nel potere attrattivo del Centro Italia, in particolare di Roma, che risulta calamitare un interesse maggiore che in passato soprattutto per case (secondo il 22% degli intervistati), uffici (11%), negozi (33%) e, come già visto, hotel (35%). Per questi ultimi risulta interessante e competitivo anche il Sud Italia (23%).

Rimane invece scettico sull’incisività delle misure adottate dal Governo il panel di intervistati, secondo il quale qualsiasi politica perequativa non gioverà più di tanto al settore, così come il possibile rialzo dell’inflazione, che non viene percepito come particolarmente proficuo.