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Architetti: bene Casa Italia, ma si cambi mentalità

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Secondo il Cnappc i progettisti, le imprese, la pubblica amministrazione e la committenza, come i sociologi, gli urbanisti, i ricercatori e gli analisti, devono maturare un nuovo modo di pensare e agire.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti ha preso posizione in merito all’assolutà necessità di evitare nuove tragedie dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia. “L’idea di un progetto Casa Italia che metta insieme un sistema di prevenzione infrastrutturale che punti a evitare la tragica contabilità di morti e di feriti che fa seguito ad ogni terremoto che colpisce il Paese va senz’altro salutata con favore. Che non sia sufficiente essere all’avanguardia nel complesso degli interventi di emergenza ma serva puntare sulla diffusione della cultura della prevenzione è un importante passo in avanti. Marca, infatti, una forte discontinuità rispetto alle politiche del passato e sembra colmare quella che fino ad ora è stata una disarmante assenza di provvedimenti destinati specificatamente alla prevenzione”.

“Se davvero Casa Italia vorrà affermarsi con il modo nuovo dell’abitare servirà davvero cambiare radicalmente il modo di pensare di tutte le componenti che costituiscono l’industria delle costruzioni: progettisti, imprese, pubblica amministrazione, committenza. Ma anche sociologi, urbanisti, ricercatori, analisti. Tutti in grado di partecipare al disegno di città nuove in grado di rispondere alle nuove esigenze del vivere civile. E senza dimenticare - spiace rilevarlo - l’imprescindibile esigenza di controlli e verifiche che stronchino sul nascere quei fenomeni corruttivi che troppe volte sono stati alla base di drammi e tragedie”.

“Per affermare la cultura della prevenzione non è più rinviabile, ad esempio, l'obbligatorietà del Fascicolo del Fabbricato o, meglio, della sua "Cartella clinica" che rappresenta il primo passo per affrontare sistematicamente il tema della sicurezza dell'abitare. Così come non è più rinviabile l’obbligatorietà a termine e non in continua proroga, delle verifiche sismiche per gli edifici strategici, tra i quali scuole e ospedali che sono certamente le situazioni più sensibili”.

“Per gli architetti italiani il tema della prevenzione costituisce, dunque, un impegno prioritario per poter assicurare - in collaborazione con le altre professioni tecniche e nel rispetto delle specifiche competenze - una migliore qualità degli interventi e per svolgere più efficacemente quei servizi di prevenzione e riduzione dei fattori di rischio per le nostre Comunità”.