Opere d'arte che prendono vita nelle mani di Penone e Nash, che utilizzano solo querce e sugheri, faggi e palme vittime di calamità naturali o di malattie, tagliati per far posto a nuovi edificati o senescenti nelle aree forestali diventano materiale grezzo per opere metafisiche.
La pelle, gli alti fusti e le radici sottili diventano protagonisti come se fossero usciti da fiabe nordiche offerti come sacrificio a divinita boschive, avvolti da un’aurea magica e capaci di diffondere una potenza vivificante sia in ambienti naturali, foreste e giardini, sia nei musei.