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Efficienza energetica: l’Italia è a buon punto

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A partire dal 2005, il risparmio conseguito è stimato in circa 9,8 Mtep/anno. L’Italia ha fissato l’obiettivo indicativo di riduzione dei consumi di energia finale al 2020 in 15,5 Mtep/anno.

“Nel 2014 il consumo di energia in Italia è stato pari a 113,5 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, con una diminuzione del 4,3% rispetto al 2013. Una riduzione frutto di due elementi: il perdurare della crisi economica, ma soprattutto la messa in campo di politiche per la promozione dell’efficienza energetica”. Così la viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive alla Camera dedicata a riscaldamento e raffreddamento climatico, nonché a efficienza e risparmio energetico, temi al centro della comunicazione della Commissione europea all’ordine del giorno.

Come riporta la comunicazione, il riscaldamento e il raffreddamento sono responsabili di metà del consumo energetico dell'UE e molta di tale energia va persa. Avere una strategia per il riscaldamento e il raffreddamento climatico significa limitare la dipendenza energetica e le importazioni di energia; significa risparmio economico per famiglie e imprese. E più in generale, vuol dire diminuzione delle emissioni di gas serra, nel pieno rispetto degli accordi di Parigi sul clima (COP21).

La viceministro ha sottolineato i risultati positivi raggiunti dal nostro Paese, in anticipo rispetto alle scadenze prefissate: “A partire dal 2005, il risparmio conseguito è stimato in circa 9,8 Mtep/anno. L’Italia ha fissato l’obiettivo indicativo di riduzione dei consumi di energia finale al 2020 in 15,5 Mtep/anno, confermando il target previsto dalla Strategia Energetica Nazionale”.

“Il nostro obiettivo - ha concluso Bellanova - è monitorare attentamente l’evoluzione delle Direttive europee in materia, in modo che rispecchino anche quanto già messo in campo dal nostro Paese. Siamo inoltre impegnati a studiare le modalità di una iniezione di risorse, che non urti con la normativa sugli aiuti di Stato ma che sia in grado di sostenere efficacemente progetti e iniziative nel settore, visto che è la stessa Commissione europea a riconoscere che una delle barriere fondamentali per attingere all’ulteriore potenziale è fin qui stato il finanziamento dei progetti”.