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Progetto Casa Italia, la parola agli architetti

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Importante, secondo il presidente del Cnappc Cappochin, che si stia parlando di finanziamenti sui progetti accorpando le risorse, che non dovranno più essere frazionate e quindi disperse.

A margine delle prime consultazioni a Palazzo Chigi per la redazione del progetto Casa Italia, ha parlato Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti: “Esprimiamo vivo apprezzamento per l’apertura del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, verso una strategia di ampio respiro per il futuro delle città, che ponga l’uomo al suo centro. Importante, poi, che per la prima volta si sia parlato di finanziamenti sui progetti accorpando le risorse, che per raggiungere gli obiettivi non dovranno più essere frazionate e quindi disperse. Positivo che si stia anche immaginando un nuovo modello di 'rigenerazione', così come da anni sostengono gli architetti italiani, che avvii la realizzazione della 'città del futuro', ricostruendo un’immagine unitaria di contesti urbani oggi invece sempre più privi di identità”.

“La ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del 23 agosto che ha interessato centri medio-piccoli - ha detto ancora - deve consentire di avviare un modello che punti alla sicurezza, alla qualità architettonica e ad un 'modello Paese' che tenga conto dell’innovazione digitale, delle nuove tecnologie, dell’energy technology. Quindi non solo ricostruire case in sicurezza (perciò non 'com’erano, dov’erano' ma 'dov’erano meglio di com’erano'), ma rilanciare progetti di abitati che coniughino passato e futuro, avviando una sperimentazione di piccoli e medi centri tecnologicamente avanzati. Dunque, una ricostruzione per il futuro e non per il passato tenendo presente quanto viene realizzato in molte città europee nelle quali la priorità è progettare il futuro”.

“Recenti dati del Cresme ricordano che le persone residenti nelle zone a rischio sismico 1 e 2 sono più di 22 milioni, 9 milioni di famiglie. In queste zone si trovano 5 milioni di edifici residenziali e 1 non residenziale. Le abitazioni sono oltre 10 milioni, pari a circa 1 miliardo di m2. Tra il 70 e l’80% di questi edifici è stato realizzato senza requisiti antisismici, quindi si parla di 4-5 milioni di edifici".

“Questa potrebbe essere l’occasione - ha proseguito - per far compiere al settore delle costruzioni un salto in avanti verso l’innovazione: non solo sicurezza ma anche risparmio energetico e smart building (innovazione), attraverso politiche che indirizzino e accompagnino verso questi obiettivi. Potrebbe essere l’occasione di una nuova politica urbanistica fatta di rigenerazione urbana sostenibile e di contenimento di consumo del suolo, con città sicure e inclusive, con bassa produzione di CO2 e forti interconnessioni sul modello delle più avanzate esperienze europee.”

“Siamo nel pieno di una rivoluzione economica, sociale e tecnologica; l’avvio di una così importante azione sul territorio costruito mirata alla sicurezza deve poter alzare l’obiettivo e le ambizioni: non solo sicurezza ma anche innovazione”, ha concluso il Presidente degli architetti italiani.