La rivista Lancet ha diffuso i risultati di un progetto di ricerca durato 2 anni. I dati sono allarmanti: nel 2015, nove milioni di morti nel mondo sono riferibili all’inquinamento, perlopiù atmosferico. A fare la parte del leone è l’inquinamento atmosferico (smog, particolato nell’aria ma anche inquinamento da uso domestico di combustibili fossili), responsabile di 6,5 milioni di morti l’anno (in gran parte per malattie cardiovascolari e respiratorie).
Le forme di inquinamento associate allo sviluppo industriale quali l’inquinamento atmosferico ambientale, l’inquinamento chimico, occupazionale e del suolo fanno oggi più vittime che in passato: si è passati da 4,3 milioni nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015.
A questi dati diffusi recentemente dalla stampa si aggiunge la notizia relativa al superamento dei livelli tollerabili sempre più frequenti di polveri sottili nelle principali città italiane. A Milano i livelli di smog non scendono al di sotto della soglia limite per la salute umana, fissata per il PM10 a 50 µg/m³ , e da una settimana la concentrazione di polveri sottili ha superato i 100 µg/m³.Anche in Veneto e Piemonte la qualità dell’aria resta pessima con 114 µg/m³ registrati a Torino e 92 µg/m³ a Venezia Mestre.
Questo inquinamento è figlio sia delle produzioni energetiche di fonti fossili sia del cambiamento climatico, prodotto a sua volta dalle emissioni climalteranti. È inevitabile di fronte ad uno scenario così drammatico avviare una riflessione profonda e seria sul presente e sul futuro dei nostri figli. Raccogliamo l’appello di Anev - Associazione Nazionale Energia del Vento: dati così allarmanti devono preoccupare i pubblici decisori, troppo spesso inerti sul tema della salvaguardia ambientale.
Una fetta importante dell’inquinamento atmosferico è dovuto alle emissioni degli edifici. Il futuro non può prescindere da immobili ad alta efficienza energetica.