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Clima: cosa pensano gli ambientalisti della nuova Legge europea?

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Tutte le politiche europee dovranno essere riviste per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica, in modo che tutti i settori dell’economia europea facciano la loro parte
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Tutte le politiche europee dovranno essere riviste per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica, in modo che tutti i settori dell’economia europea facciano la loro parte

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha adottato la nuova proposta di legge sul clima. Si tratta di un documento cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici. Ma cosa ne pensano gli ambientalisti? Andiamo a scoprirlo.

Secondo Legambiente si tratta di un importante passo avanti per garantire finalmente una governance unitaria e coerente della politica climatica europea. Si tratta di una legge quadro che per la prima volta inserisce nella legislazione comunitaria l’obiettivo di zero emissioni nette da raggiungere al più tardi entro il 2050. A tal fine, tutte le politiche europee dovranno essere riviste per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica, in modo che tutti i settori dell’economia europea facciano la loro parte.

La posizione di Legambiente nel dettaglio

“Purtroppo - si legge in una nota di Legambiente -, si conferma l’intenzione della Commissione di proporre, entro settembre prossimo, l’aumento dell’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra per il 2030 solo al 50-55% rispetto ai livelli del 1990. Proposta poco ambiziosa e non in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°C£.

“Per fronteggiare l’emergenza climatica - prosegue la nota - si deve andare oltre il 55% già proposto da diversi governi europei e dall’Europarlamento. L’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, in coerenza con le indicazioni dell’Emissions Gap Report delle Nazioni Unite. Secondo il rapporto, per contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°C, dal 2020 al 2030 le emissioni dovranno essere ridotte del 7,6% all’anno. Si tratta di un drastico cambio di passo se paragonato al trend attuale. In Europa, infatti, negli ultimi cinque anni le emissioni sono diminuite appena dello 0,25% annuo”.

“I prossimi mesi saranno cruciali - dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. L’emergenza climatica non consente ulteriori rinvii. Un primo segnale chiaro e forte deve già venire dal Consiglio Ambiente che si riunisce domani a Bruxelles e che ha in agenda sia la Legge sul Clima che il Green Deal Europeo. L’Italia deve sostenere con forza la necessità di avviare da subito il processo di revisione degli attuali impegni di riduzione al 2030. Non è possibile attendere fino a settembre. La Commissione deve presentare una proposta di aumento dell’obiettivo al 2030, ambiziosa e in linea con la soglia critica di 1,5°C, in tempo utile affinché i governi possano raggiungere un accordo non oltre il Consiglio Europeo di giugno. Solo così l’Europa può arrivare al Vertice Ue-Cina, in programma il prossimo settembre a Lipsia e per la prima volta a livello di capi di stato e di governo, con una proposta in grado di spingere la Cina a sottoscrivere un accordo ambizioso in vista della COP26 di Glasgow”.

L’Europa potrà così non solo contribuire al successo di Glasgow, ma soprattutto creare le necessarie condizioni politiche per accelerare la decarbonizzazione della nostra economia e dare gambe a un vero Green New Deal Europeo. In questo modo, secondo Legambiente, sarà possibile affrontare con determinazione l’emergenza climatica, accrescere la competitività della nostra economia, creare nuovi posti di lavoro e mettere in campo un’Europa leader nella transizione verso un’economia globale libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni.