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Immobiliare: come va il mercato della multiproprietà?

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La pandemia ha segnato un momento critico per la cosiddetta multiproprietà immobiliare. Cos’è successo dopo? Prendiamo in esame i dati degli ultimi mesi
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La pandemia ha segnato un momento critico per la cosiddetta multiproprietà immobiliare. Cos’è successo dopo? Prendiamo in esame i dati degli ultimi mesi

Un immobile può avere più proprietari che lo usano a turno. In questi casi si parla di multiproprietà, modalità piuttosto popolare soprattutto negli anni ‘70. Sta tornando di moda? Diamo un’occhiata ai numeri di questo segmento del mercato immobiliare.

Nel 2022 l’interesse per questa forma di comunione immobiliare abbia visto un incremento del 35% rispetto al pre-pandemia (2019). Va evidenziato però come gli immobili offerti in multiproprietà sul mercato siano aumentati del 340% nello stesso periodo, più che quadruplicati. Dunque, l’offerta non va di pari passo con la domanda.

Sono alcune delle evidenze emerse da un’analisi di Immobiliare.it Insights, la proptech specializzata in data intelligence e analisi di mercato del gruppo di Immobiliare.it, che ha confrontato i dati di questa nicchia di mercato nel periodo pre e post pandemico.

Lo stop imposto dalla pandemia

Nel 2020, anno del Covid, lo stock di immobili in multiproprietà è aumentato dell’83% rispetto all’anno precedente con un calo della domanda pari al 4%. Nello stesso periodo il time to sell, inteso come tempo medio che impiega un annuncio di questo tipo a uscire dal mercato, è passato da 8,3 mesi a 13,4, un numero significativo se si pensa che quello del mercato tradizionale si attestava sui 5,5 mesi.

«La pandemia, e le conseguenti restrizioni, hanno sicuramente aumentato la nostra sensibilità nei confronti di spazi condivisi con estranei - commenta Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it -. Se prima la multiproprietà era vista come un modo per godere di una casa per le vacanze senza sobbarcarsi per intero l’onere dell’acquisto, la paura del Covid ha portato molti a riconsiderare l’opportunità usufruire di ambienti così intensamente vissuti da altri».

Sebbene a partire dal 2021 la domanda sia tornata a crescere, segnando un +40% rispetto al 2019, e i tempi medi di vendita abbiano cominciato a ridursi (11,4 mesi), l’offerta ha continuato ad aumentare esponenzialmente, +329% sul pre-pandemia.

«Nell’immediato post-pandemia, il desiderio di evasione e la possibilità per molti di lavorare in spazi diversi dall’ufficio, combinato alla necessità di trovare una soluzione facilmente raggiungibile, ha comportato una rivalutazione dell’idea di seconda casa – continua Giordano – Questo ha portato a guardare anche le proposte in multiproprietà, ma l’utilizzo dell’immobile per un periodo limitato nel tempo è stato giudicato insufficiente rispetto alle mutate esigenze di vita, portando al conseguente incremento degli stock offerti sul mercato».

La mappa della multiproprietà

Olbia è la città con più offerta di multiproprietà: a fine 2022 vantava una quota di mercato nazionale pari all’8,3%. Guardando ai prezzi, a Porto Rotondo, nota e ambitissima meta vacanziera, per usufruire di un immobile di 50/60 mq per due settimane in estate, le cifre si aggirano attorno ai 30.000 euro.

Segue Sestriere (5,9%) dove piccole soluzioni in multiproprietà hanno una cifra compresa tra i 5.000 e i 14.000 euro a seconda della dimensione dell’immobile e dell’appetibilità delle settimane proposte. Al terzo posto troviamo un’altra celebre località sciistica: Valtournenche (5,7%). Tra le prime posizioni, appena fuori dal podio, troviamo invece una grande città: Venezia ha una quota di mercato per la multiproprietà che supera di poco il 5%.

Se invece si guarda alle località più attenzionate da chi è alla ricerca di una multiproprietà il primo gradino del podio è occupato da Padenghe sul Garda, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, a seguire Porto Cervo e Cavalese, in Val di Fiemme.