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Immobiliare: mettiamo metropoli e province a confronto

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Vi proponiamo uno studio del mercato immobiliare che si concentra sia sulle metropoli, sia sulle province. Andiamo a scoprire dove sta andando meglio
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Vi proponiamo uno studio del mercato immobiliare che si concentra sia sulle metropoli, sia sulle province. Andiamo a scoprire dove sta andando meglio

Dopo la crescita degli ultimi anni, stiamo cominciando ad entrare in una nuova fase del mercato immobiliare. A livello nazionale nel primo trimestre del 2023, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, si registra un calo dell’8,3% delle compravendite.

In questo contesto, qual è la situazione nelle metropoli del nostro Paese? E come sta andando, invece, nei piccoli centri? Vediamolo insieme.

A livello di transazioni, i comuni non capoluogo hanno registrato un trend migliore (-7,4%) rispetto ai capoluoghi che hanno avuto una contrazione dei volumi del 10,2%. A contribuire a questo risultato è stato in particolare il trend delle dieci città più grandi che, l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, monitora e per le quali la riduzione dei volumi è stata più marcata (-12,5%). I comuni capoluogo più piccoli hanno registrato una contrazione del 7,4%.

In questo trimestre, quindi, le realtà più piccole e a misura d’uomo riescono a mettere a segno comunque un buon risultato. Molto probabilmente l’aumento dei tassi di interesse con relativa diminuzione di capacità di spesa dei potenziali acquirenti sta portando a una tenuta migliore alla luce dei prezzi più bassi.

Il confronto tra le grandi città

Tra le grandi città il calo delle compravendite più importante lo ha messo a segno Bologna con -23,9%, seguita da Milano con -22,9%, le città dove negli ultimi anni i prezzi si sono incrementati maggiormente. La Capitale mette a segno -10,3%. L’hinterland di Milano segna -10,5% un trend migliore del capoluogo, mentre va peggio l’hinterland di Roma che chiude con -12,2%. Tra le realtà dell’hinterland delle metropoli il risultato migliore spetta a quello di Palermo che chiude con +1,0% e Napoli con -6,1% a motivo anche delle località turistiche che vi appartengono.