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Mutui: diamo un’occhiata allo stock in essere e alle prospettive

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Nel 2019 si è registrato uno stock di mutui pari a 332.418 milioni di euro. Confrontiamolo con gli anni precedenti e cerchiamo di capire cosa potrà accadere nel 2020
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Nel 2019 si è registrato uno stock di mutui pari a 332.418 milioni di euro. Confrontiamolo con gli anni precedenti e cerchiamo di capire cosa potrà accadere nel 2020

Per comprare casa, gli italiani ricorrono nella maggior parte dei casi al mutuo. È utile allora concentrarci sui numeri relativi a questo strumento. Facendolo, capiremo meglio l’andamento del mercato immobiliare.

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato i dati di Banca d’Italia relativi allo stock di mutui in essere concessi alle famiglie italiane per l’acquisto dell’abitazione. Nel 2019 si è registrato lo stock di mutui in essere più alto di sempre: ha raggiunto i 332.418 milioni di euro.

l passo con il quale crescono le consistenze è in linea con la media registrata per le precedenti rilevazioni: +2,7% su base annua (+1,09% su base trimestrale). Alla luce dei favorevoli tassi di mercato con i quali sono stati collocati i finanziamenti durante l’ultimo triennio, lo stock è in buona parte composto da finanziamenti a tasso fisso o variabile con CAP, il che presuppone un minor rischio sia in capo alle famiglie che in capo agli istituti eroganti.

Quali sono le prospettive per il 2020?

È chiaro che gli impatti dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus e dal conseguente lockdown decretato dalle istituzioni andranno ad impattare sullo stock dei mutui in essere: già dalla prossima rilevazione si dovrebbe registrare uno stop della crescita con un valore dei mutui attivi circolanti in linea con gli attuali livelli. Gli impatti più importanti si dovrebbero registrare a partire dal secondo trimestre dell’anno e dovrebbero protrarsi almeno fino alla fine dell’anno. Si delinea dunque uno scenario che nel breve periodo porterà ad una diminuzione degli stock di mutui circolanti.

Una volta tornati in regime di normalità, dovranno poi essere interpretate le politiche del credito degli istituti eroganti. In ultimo si dovrà valutare l’indice di fiducia delle famiglie riguardo alle proprie aspettative economiche e finanziarie. Rimane comunque fiducia sul medio periodo in virtù del positivo trend dei tassi di interesse che rimarranno bassi per lungo tempo.